LOBO de CRIN o BOROCHI (Chrysocyon brachyurus)

Cánido de las pampas. Los guaraníes lo llaman aguará guasú ("zorro grande")
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A MIS LECTORAS... y al resto

“Amigos lectores que leerán este libro blog, | despójense de toda pasión | y no se escandalicen al leerlo |
no contiene mal ni corrupción; | es verdad que no encontrarán nada de perfección |
salvo en materia de reír; |
mi corazón no puede elegir otro sujeto | a la vista de la pena que los mina y los consume. |
Vale mejor tratar de reír que derramar lágrimas, | porque la risa es lo propio y noble del alma. Sean felices!
--François Rabelais (circa 1534) [english]

domingo, 18 de octubre de 2009

DIZINFORMATIONE.IT

Oltre la Veritá Ufficiale

La sacrilega alleanza tra i Bush e i Sauditi
di Michael Moore tratto da http://it.geocities.com/comedonchisciotte/georgedarabia.html

Non mi interesso delle teorie della cospirazione a meno che non siano vere o non riguardino i dentisti. Credo che tutti i dentisti si siano riuniti in qualche luogo ed abbiano deciso che il denaro reale si trovi all'interno dei canali della radice ed è per questo che ogni volta che si entra da loro si inizia con l'esame radiografico. Nessun altro mammifero deve, come noi, passare attraverso questo tragitto.
Le domande che mi pongo sull'11 settembre non riguardano il modo con cui i terroristi sono riusciti ad eludere il nostro sistema difensivo, o come siano stati capaci di vivere nel nostro paese senza essere mai scoperti, o come tutti i bulgari che lavoravano al WTC abbiano ricevuto un comunicato segreto che li invitava a non recarsi quel giorno al lavoro, o come le torri abbiano potuto venire giù così facilmente quando si suppone siano state costruite per resistere ai terremoti, ai maremoti e agli ordigni posti nei garage.

Queste erano tutte domande alle quali la commissione investigativa sull'11 settembre avrebbe dovuto rispondere. Ma la formazione della commissione fu osteggiata dall'amministrazione Bush e dai repubblicani al Congresso. In modo riluttante alla fine accettarono – per poi cercare di bloccare le indagini facendo ostruzionismo all'ottenimento delle prove cercate.
Perchè la gente di Bush non vuole che venga fuori la verità? Che cosa temono? Che gli americani pensino che fecero fiasco, che erano addormentati quando si presentò la minaccia terroristica, che volontariamente ignorarono gli avvertimenti di ex funzionari di Clinton riguardo Osama bin Laden semplicemente perché odiavano Clinton (sesso! cattivo!)?

Il popolo americano è molto comprensivo. Non se la prese con Franklin Roosevelt quando fu bombardata Pearl Harbor. Non rifuggì da John F. Kennedy dopo il fiasco della Baia dei Porci. E non prestò molta attenzione al fatto che durante la presidenza di Clinton 47 persone sono state assassinate misteriosamente. E allora perché, dopo questo monumentale tracollo della sicurezza nazionale, Bush non dice la verità, o, almeno, non smette di impedire che la verità venga fuori?
Forse è perché George & Co. hanno molto da nascondere sul perché non fecero decollare velocemente i caccia quella mattina. E anche perché, probabilmente, noi, popolo, abbiamo paura di conoscere tutta la verità in quanto non sappiamo per quali strade ci porti.
Sebbene pieno di quel sano scetticismo che è richiesto in ogni cittadino di una democrazia, aderii a quell'impostazione mentale di base tenuta dalla maggior parte degli americani nell'autunno del 2001: è stato Osama e chiunque lo ha aiutato deve essere catturato e portato davanti alla giustizia. E pensavo che questo era ciò che Bush stava facendo.

E invece una notte nel novembre 2001, mentre a letto, mezzo addormentato, stavo leggendo un articolo nel The New Yorker di un giornalista investigativo, Jane Mayer, mi imbattei in un paragrafo che mi fece sobbalzare seduto per rileggerlo, perché non potevo credere a quello che diceva: "Circa due dozzine di membri della famiglia bin Laden, la maggior parte qui a studiare nei college e in altre scuole, si ritiene fossero negli Stati Uniti al tempo degli attentati. Il New York Times aveva riportato che furono rapidamente riuniti insieme da funzionari dell'Ambasciata saudita, che temevano rappresaglie. Con l'approvazione dell'FBI, secondo un funzionario saudita, i bin Laden volarono con un jet privato da Los Angeles a Orlando, poi a Washington, e infine a Boston. Una volta ottenuto il permesso della FFA al volo intercontinentale, il jet si diresse in Europa."
Che cosa? Mi ero dimenticato una simile notizia? Mi alzai per cercare sul New York Times, e trovai questo titolo: temendo pericoli, la famiglia bin Laden vola via dall'America. La storia diceva: "Nei primi giorni dopo l'attacco a New York e a Washington, l'Arabia Saudita supervisionò l'evacuazione urgente di 24 membri della famiglia di Osama bin Laden dagli Stati Uniti."

Così, con l'approvazione dell'FBI e l'aiuto del governo dell'Arabia Saudita - e sebbene 15 dei 19 dirottatori fossero cittadini sauditi – ai parenti del sospettato numero uno fu permesso non solo di affrettarsi a lasciare il paese ma le nostre autorità fornirono la necessaria assistenza! Secondo il Times di Londra, "la partenza di così tanti sauditi ha preoccupato gli investigatori, che ritenevano che qualcuno di loro fosse in possesso di notizie sui dirottatori. Gli agenti dell'FBI hanno insistito nel controllare i passaporti, compreso quelli della famiglia reale".
E questo è tutto ciò che fece l'FBI? Controllare qualche passaporto, porre alcune brevi domande, come "Ha preparato lei il suo bagaglio?" e "I bagagli sono stati in suo possesso da quando li ha preparati?".
Così, questo potenziale materiale di testimonianza fu mandato via con un bon voyage e un bacio di addio. Come scrisse Jane Mayer sul The New Yorker, "Quando chiesi ad un funzionario dei servizi segreti americani se qualcuno aveva considerato di trattenere i membri della famiglia, egli rispose - Questo si chiama prendere ostaggi. Noi no lo facciamo".
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